Vi presentiamo un artista che realizza delle magnifiche sculture di cartone. Si chiama Sergio Gotti, vive e lavora a Velletri, ed è conosciuto in tutta Europa.
Sergio Gotti è un artista che abbiamo conosciuto quasi per caso, il giorno in cui ci ha chiamato per ordinare dei fogli di cartone. “Utilizzo il vostro cartone per realizzare le mie sculture”, ci ha detto al telefono.
Incuriositi dal fatto che alcuni prodotti di Semprepronte venissero impiegati per realizzare opere d’arte, abbiamo deciso di intervistarlo per farvelo conoscere meglio.
Una breve nota introduttiva sull’artista: Sergio Gotti nasce a Cisterna di Latina (Roma) nel 1951, si diploma all’Istituto d’Arte “J. Romani” di Velletri, città dove attualmente vive e lavora. Gotti è un artista versatile che spazia dal figurativo all’astratto. Ha realizzato numerose esposizioni in Italia e all’estero.
La prima cosa che mi viene in mente guardando le sue sculture è che con un materiale molto semplice ed economico come il cartone è riuscito a creare delle opere di altissimo valore. Perché proprio la scelta del cartone?
Fino ad oggi gli scultori hanno utilizzato materiali nobili quali marmo, bronzo, ceramica, ecc. Io avevo bisogno di trovare un materiale che non fosse stato ampiamente utilizzato per realizzare opere d’arte. La scelta del cartone nasce da una collaborazione con una stilista che realizza abiti ed accessori esclusivamente con materiali di riciclo. Avendo avuto lei la necessità di creare un atelier anch’esso realizzato con materiale di riciclo le ho proposto un arredamento totalmente fatto di cartone. Da questo è nato lo spunto che mi ha portato a creare sculture artistiche.
Cosa le permette di fare il cartone che altri materiali non consentono?
La relativa facilità di realizzare opere, anche di notevoli dimensioni, ma leggere e di facile trasporto.
Quali sono invece i suoi limiti?
Al momento la conservazione nel tempo. Una prima soluzione è stata quella di creare delle teche in plexsiglass, che proteggono le sculture dagli agenti esterni.
Come nascono le sue sculture in cartone? Attraverso quali fasi si sviluppano?
Le opere nascono sempre dal concetto che voglio rappresentare legato ad un tema specifico (sociale, mitologico, informale). Quello che è importante nella fase creativa è dare una plasticità alle forme che vado a realizzare, tenendo presente il materiale abbastanza rigido che sto utilizzando. Generalmente le mie opere nascono di getto, quindi, se non è necessario, non realizzo bozzetti preparatori.
Ho già in mente l’opera che intendo rappresentare e passo direttamente all’assemblaggio delle forme, che taglio esclusivamente a mano con taglierino e seghetti da traforo, smentendo chi asserisce che siano tagliati con il laser.
Quindi, partendo da un foglio bidimensionale, strato dopo strato cerco di dare all’opera quella tridimensionalità che è tipica di una scultura.
Due elementi che ritroviamo nelle sue opere sono le figure equine (riproduzioni di cavalli e della figura mitologica del centauro) e la riproduzione di meccanismi e ingranaggi. Che cosa vogliono rappresentare?
Il cavallo è l’animale che io amo maggiormente, conosco di lui ogni emozione, ogni gesto e ogni singola parte anatomica avendo avuto per anni un rapporto speciale ed esclusivo con questo animale.
Nei cavalli che realizzo cerco di esprimere l’energia che esso sprigiona.
Anche l’idea dei meccanismi nasce dalla necessità di rappresentare l’energia che scaturisce da ogni essere vivente e il mistero che regola il movimento dell’universo, l’ingranaggio mi permette di rappresentare la forza che si sprigiona da ogni cosa, sia essa un cavallo, un uomo o una scatola. E’ una metafora che mi aiuta nell’intento.
Da Roma a Milano, da Londra a Barcellona, il suo curriculum artistico è costellato di esposizioni in numerosi paesi d’Europa. Dove ha trovato un pubblico più attento e ricettivo?
Ogni volta che presento le mie opere esse ricevono un’attenzione particolare dal pubblico che le osserva.
Curiosità e stupore hanno sempre accompagnato le mie esposizioni, suscitando sentimenti contrastanti, a volte di smarrimento e a volte di esaltazione assoluta.
In ogni luogo ho ricevuto notevoli apprezzamenti sia in Italia che all’estero.
C’è stata un’esperienza in particolare che ricorda con piacere?
Un’esperienza che certamente non scorderò mai è stata quella di essere invitato a realizzare ed esporre le mie opere in un “Simposio d’arte” a Zagabria, nel 1994, durante la guerra nell’ex Jugoslavia.
Per i nostri lettori che sono interessati a vedere le sue opere, quali sono le prossime mostre in programma?
A giugno sono stato selezionato per la Triennale di Roma curata da Achille Bonito Oliva, proprio con una scultura in cartone.
Da fine agosto a fine settembre ho una personale in Germania, a Garmisch-Partenkirchen, e successivamente, nel mese di ottobre, a Monaco di Baviera.
Nel frattempo sto realizzando scenografie per il teatro nelle quali sto utilizzando il vostro cartone.
Ringraziamo Sergio Gotti per la disponibilità. Potete conoscere la sua vita e le sue opere visitando il sito: www.sergiogotti.it